Carema

Carema

CAREMA (DOTTORE)

Il vino Carema - ampiamente apprezzato da tutto il mondo enologico italiano - è prodotto in un ristretto territorio, situato all'estremità settentrionale della Provincia di Torino.

 

Per l'architettura dei vigneti posti al confine con la Valle d'Aosta, fortemente influenzato dal fatto, che il terreno ha uno strato superiore piuttosto sottile. Terrazze scavate nelle pendici delle montagne e cespugli ricoperti di cespugli creano paesaggi estremamente pittoreschi, ulteriormente diversificato dal fatto, che le viti vi sono spesso sostenute su colonne di granito, che esaltano l'unicità, natura monumentale e affascinante della zona.

 

Più di una volta i terrazzi sono crollati, ma ogni volta i contadini le ricostruivano. Hanno portato terra dalle valli, lo hanno messo su pendii ripidi, protezione contro lo scivolamento con nuove pareti, e poi ripiantato la vite nello stesso terreno e altezza. Immensa pazienza praticata nei secoli, lei lo ha fatto, che il vino Carema è inoltre apprezzato dagli amanti del vino per il suo inseparabile gusto di sfida.

 

Il ceppo dominante qui è il Nebbiolo, una delle poche varietà, che non solo può sopravvivere in questa zona, ma porta anche risultati eccezionali. Questo ceppo, nei secoli, migliorato la sua immunità, adattarsi a condizioni climatiche estremamente estreme, che a volte si verificano in queste zone.

 

Il vino Carema è noto da secoli. Il medico Andrea Bacci ha scritto nel suo libro La storia naturale dei vini, pubblicato in 1597, che il Carema è uno dei migliori vini disponibili, mangiato, tra l'altro, alla corte sabauda, e apprezzato anche da papi e cardinali.

 

L'amante del vino di Carema era papa Paolo III. Una volta ha confessato nel suo seminterrato – Salute Lancerio, che è sempre felice, quando qualcuno gli regala una botte di questo vino, perché - come ha detto - è "una bevanda meravigliosa e perfetta per principi e governanti".

 

Consorzio Tutela Vini Doc Caluso, Carema e Canavese

Piazza Mazzini, 4

10014 Caluso (A)

ITALIA

Questo articolo è stato pubblicato in Colpa. Aggiungi ai segnalibri collegamento permanente.