Campi Flegrei
CAMPI FLEGREI (DOTTORE)
Il vino Campi Flegrei proviene da Falerno Gaurano – uno dei vini più apprezzati dell'antichità, che Plinio il Vecchio lodò e quale (in tempi meno lontani) era la bevanda preferita dei regnanti di Napoli e dei papi romani.
Il vino è prodotto nella zona, che copre le aree di sette comuni, situato a Napoli e dintorni, in una regione ampiamente conosciuta per la sua ricca e antica cultura, risorse naturali e natura mozzafiato, che non è secondo a nessuno, anche rispetto ad altre regioni d'Italia.
Il suolo tipico di queste zone è il risultato di eruzioni vulcaniche. È un terreno a ciuffi, ricco di ceneri, lapillo, pumek e microelementi, che conferiscono alla vite un sapore e un profumo caratteristici, e quindi anche i vini che ne derivano. La composizione unica di questo terreno permette la coltivazione della vite con metodi antichi, che dovette essere abbandonata altrove dopo l'epidemia di fillossera, che devastò l'Italia alla fine del XIX secolo.
La tribù Falanghina ha lo stesso pedigree – un antico vitigno campano utilizzato nella produzione di vini bianchi. Viene coltivato con il vecchio metodo sotto da bambino (nello stile di Pozzuoli), che prevedeva la guida dei rami su una grata di legno, definito in latino dal termine falange.
I vini rossi Campi Flegrei sono prodotti utilizzando i migliori vitigni campani - Aglianico e Piedirosso, chiamato in dialetto locale o piccione. Campi Felgrei è il risultato di una magica combinazione di terra ricca, clima fantastico, vitigni degni di nota, così come la grande tradizione regionale e la storia della produzione vinicola, metodi di coltivazione incentrati sulle basse rese e sul vero virtuosismo dei produttori di vino.
Indubbiamente vale la pena provare anche il pregiatissimo Spumante Metodo Classico, la cui produzione consente l'utilizzo della tecnica di fermentazione in bottiglia di recente introduzione, consistente nel girare le bottiglie, agitazione del lievito e pulizia dai sedimenti (sboccatura). La fase finale è l'invecchiamento con lievito morto, che dovrebbe durare almeno un anno.